FORMATO: 0,75L
VITIGNO: CABERNET SAUVIGNON, CABERNET FRANC
ANNATA: 2020
LUOGO: TOSCANA-ITALIA
GRADAZIONE: 14%VOL
SCHEDA TECNICA:
Colore rosso porpora con riflessi violacei. Al naso bouquet espressivo e molto fine, ampio, con sentori di ciliegia e profumi di sottobosco, erbe balsamiche e rosmarino. Palato finissimo e intenso, con una fresca acidità sorretta da tannini decisi. Equilibrato e lungo.
VINIFICAZIONE:
Selezione delle uve tramite tavolo di cernita, per eliminare impurità e qualsiasi presenza di imperfezione. Pressatura soffice e delicata diraspatura delle uve tramite macchinario idoneo a non rompere l'integrità degli acini ed evitare cessione eccessiva di tannini. Le fermentazioni alcoliche (del tutto spontanee e senza aggiunta di lieviti esterni) si sono concluse a metà ottobre e si sono svolte con regolarità e temperature massime di 26-27 °C. Frequenti delestages e rimontaggi all'aperto hanno consentito un'ottima estrazione aromatica e freschezza in termini di acidità dei mosti. Le fermentazioni malolattiche, (sempre senza inoculi), svolte in acciaio si sono completate con regolarità a fine novembre grazie alle ridotte temperature esterne. Ai primi di dicembre, dopo frequenti travasi di pulizia dei mosti, il vino è stato messo in barrique dalla prima decade di Dicembre 2019.
INVECCHIAMENTO:
Al termine delle fermentazioni malolattiche il vino è stato messo in barrique utilizzando un 40% di legno nuovo, un 40% di primo passaggio e un 20% di secondo passaggio. Abbiamo utilizzato barrique in quercia di rovere francese (Troncais e Allier in particolare) a grana fine e con leggera tostatura per non abbondare nella cessione di tannini. Sassicaia 2019, dopo circa 25 mesi di affinamento in legno, è stato travasato nelle vasche in acciaio e ulteriormente selezionato prima dell'assemblaggio finale e quindi dell'imbottigliamento. Successivo affinamento in bottiglia prima della commercializzazione.
LA STORIA:
Negli anni venti, studente a Pisa, Mario Incisa della Rocchetta sognava di creare un vino di razza. Il suo ideale, come per l'aristocrazia dell'epoca, era il Bordeaux. Così lo descrive in una lettera a Veronelli del 11/6/1974.”…l’origine dell’esperimento risale agli anni tra il 1921 e il 1925, quando, studente a Pisa e spesso ospite dei Duchi Salviati a Migliarino, avevo bevuto un vino prodotto da una loro vigna sul monte di Vecchiano che aveva lo stesso inconfondibile “bouquet” di un vecchio Bordeaux da me appena assaggiato più che bevuto, (perché a 14 anni non mi si permetteva di bere vino) prima del 1915, a casa di mio nonno Chigi.”Essendosi stabilito con sua moglie Clarice nella Tenuta San Guido sulla costa Tirrenica, sperimentò alcuni vitigni francesi (le cui barbatelle aveva recuperato dalla tenuta dei Duchi Salviati a Migliarino, e non dalla Francia) e concluse che il Cabernet aveva "il bouquet che ricercavo".Nessuno aveva mai pensato di fare un vino "bordolese" in Maremma, una zona sconosciuta sotto il punto di vista vinicolo.La decisione di piantare questa varietà nella Tenuta San Guido fu in parte dovuta alla somiglianza che egli aveva notato tra questa zona della Toscana e Graves, a Bordeaux. Graves vuole dire ghiaia, per il terreno sassoso che distingue la zona, proprio come Sassicaia, in Toscana, denomina una zona con le stesse caratteristiche.Dal 1948 al 1967, il Sassicaia rimase dominio strettamente privato, e fu bevuto solo nella Tenuta.Ogni anno, poche casse venivano messe a invecchiare nella cantina di Castiglioncello.Il marchese ben presto si rese conto che invecchiando il vino migliorava considerabilmente. Come spesso accade con i vini di grande levatura, quelli che prima erano considerati difetti, col tempo si trasformarono in virtù.Ora amici e parenti incitavano Mario Incisa ad approfondire i suoi esperimenti e perfezionare il suo stile di vinificazione rivoluzionario per quella zona.L'annata del 1968 fu la prima ad essere messa sul mercato, con un'accoglienza degna di un Premier Cru Bordolese.Negli anni seguenti la cantina venne trasferita in locali a temperatura controllata, tini d'acciaio rimpiazzarono i tini di legno per la fermentazione, e le barriques francesi vennero introdotte per l'invecchiamento.